Vincere la violenza per essere padri migliori per i propri figli

di Dutika Ranaweera, psicologa, collaboratrice di Spazio Teseo, sportello psicologico per autori di violenza.

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Un problema della società

La cronaca porta alla luce quasi quotidianamente episodi di violenza che avvengono all’interno di contesti familiari. Si tratta di storie di ordinaria violenza non riconosciuta o sottovalutata, su cui purtroppo spesso si interviene solo in modo tardivo. Un +10% di violazioni dei divieti da “codice rosso” e un terrificante +8% di femminicidi, sono i numeri da incubo dell’Italia nel report pubblicato dal Viminale per la Giornata contro la violenza sulle donne, celebrato il 25 novembre dello scorso anno.

In Italia dal 1° gennaio al 21 novembre 2021 sono stati commessi 263 omicidi, con 109 vittime donne di cui 93 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, 63 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. Con dati di tale gravità la violenza coinvolge tutta la società, perché tocca non solo le persone direttamente coinvolte, ma l’intero contesto in cui sono inserite.

 

La violenza ha origine nella violenza

Il recente caso di cronaca avvenuto a Reggio Emilia, l’uccisione di una donna per mano del suo ex compagno, a sua volta figlio di una donna uccisa dall’ex convivente, conferma, purtroppo, quanto la ricerca ormai afferma da anni, e cioè che la violenza ha un alto indice di trasmissione intergenerazionale. Per questo è un problema che va affrontato a monte, a partire da un’educazione familiare che spezzi il circolo vizioso che porta le vittime di violenza assistita a diventare essi stessi autori di violenza domestica.

Per spiegare il perché di questa trasmissione della violenza, facciamo riferimento alla teoria dell’attaccamento, una teoria, che inserita nell’ottica sistemica, etologica ed evoluzionista, propone un modello psicopatologico in grado di dare indicazioni generali su come la personalità di un individuo cominci ad organizzarsi fin dai primi anni di vita.
Diverse ricerche evidenziano che i bambini che hanno subito violenza familiare hanno meno probabilità di soddisfare il loro bisogno primario di disponibilità e affetto stabile da parte dei genitori (figure di attaccamento), così che risulta compromesso lo sviluppo di relazioni sane e di modelli operativi interni di sé e degli altri (Ainsworth, Blehar, Waters e Wall 1978).

I risultati di un’ampia ricerca di Fergusson e Horwood (1998) sottolineano come gli atti di violenza perpetrati da un genitore nei confronti dell’altro genitore, sono risultati strettamente correlati a diverse misure di mal adattamento dei figli, quali: presenza di disturbi psicologici e/o psichiatrici, dipendenza da sostanze, tentativi di suicidio, comportamento deviante o criminale.

Secondo una ricerca di Baldry (2003) i bambini, esposti a episodi di violenza familiare, sono più propensi ad esercitare forme attive di bullismo nei confronti dei compagni, mentre il 71% di loro, in preda a sentimenti di bassa autostima, depressione e paura conseguenti all’aver assistito ad atti di violenza familiare, subisce episodi di bullismo a scuola.

 

Spazio Teseo

I dati di cronaca e le ricerche ci rendono consapevoli di quanto sia necessario un lavoro psicoeducativo costante di prevenzione che agisca sugli stereotipi sociali, in particolare nelle fasce più giovani, ancora impegnate nella formazione del sé. Ma quando noi operatori siamo chiamati a intervenire in seguito ad agiti violenti e a lavorare con chi se ne è reso responsabile, comprendiamo pienamente quanto sia imprescindibile partire dalla sua storia, delle sue fragilità e paure, che spesso sono la causa dei suoi comportamenti aggressivi.

E’ nato così nel 2020 il progetto di Spazio Teseo, uno sportello per autori di violenza che ha sede a Milano presso il centro CTA (Centro di Terapia dell’Adolescenza) che interviene con una prospettiva ecologica, etica, multidimensionale e integrata, rivolgendosi proprio a chi si è reso protagonista di comportamenti violenti a diversi livelli.

Spazio Teseo offre una risposta ad un’esigenza sociale attuale, ampliando una rete di servizi dedicati al maltrattamento e alla violenza, nella quale gli autori di violenza non trovano ancora una sufficiente collocazione nè la possibilità di una presa in carico e di un percorso individuale di cambiamento.

Lavorare con gli autori di violenza

In questi anni Spazio Teseo ha accolto principalmente uomini che si sono resi colpevoli di violenza nei confronti delle loro compagne o mogli. Spesso, anche se non sempre, gli uomini arrivano su spinta dei loro consulenti legali, per poter ottenere una revisione della pena (normativa Codice Rosso). Partono dunque da una motivazione esterna e si presentano come poco empatici nei confronti delle loro vittime, caratteristica che, come dice anche la letteratura scientifica, è molto comune negli autori di violenza. L’obiettivo primario dunque di Spazio Teseo è proprio quello di accendere quella motivazione interna che possa essere poi la base per lo sviluppo dell’empatia nei confronti dell’altro e del riconoscimento delle proprie responsabilità.

Il dato forse più interessante raccolto nella nostra esperienza è che spesso gli uomini che si rivolgono a Spazio Teseo strutturano come primo obiettivo, e quindi motore del trattamento, “l’essere padri migliori per i propri figli”. È proprio da questo germoglio che il nostro lavoro ha la possibilità di far fiorire percorsi evolutivi diversi e spezzare il circuito intergenerazionale della violenza.

Per gli utenti che riescono, attraverso il percorso proposto, a riconoscere le proprie fatiche e che desiderano mettersi in discussione viene anche data la possibilità di partecipare a terapie di gruppo nelle quali potersi confrontare con altri uomini, affinché ci sia un’accettazione sociale e non solo individuale dei propri limiti e delle proprie risorse.

Infine, per gli uomini che mantengono una relazione di coppia, anche dopo l’evento violento, e solo se la partner è completamente al sicuro e consenziente, sono previste delle aperture di coppia, dove poter affrontare e gestire in modo più funzionale le dinamiche relazionali che spesso si creano prima di una escalation di violenza. Durante questo percorso si offrono ad entrambi i membri della coppia strumenti utili ad evitare e/o a contenere futuri conflitti.

 

Covid-19 e violenza

Per concludere non possiamo non porre l’attenzione sulle conseguenze che la pandemia di Covid 19 ha avuto nell’ambito della violenza domestica. Anche se non esistono ancora studi scientifici complessivi sulla situazione italiana, le associazioni di categoria hanno lanciato allarmi simili sin dai primi mesi della pandemia. Le misure di lockdown, si legge nei comunicati, hanno imposto a figure già a rischio, in virtù dell’emergenza sanitaria, di coesistere in ambienti potenzialmente ostili, senza avere possibilità di denuncia o semplicemente di fuga. La limitazione degli spostamenti inoltre ha ridotto quasi tutti gli interventi della rete di supporto, formale o informale, a delle comunicazioni a distanza, via telefonica o mail, non riuscendo a raccogliere al meglio le necessità di molte vittime.

I fattori di rischio che sembrano esacerbare la violenza domestica e che possono essere collegati alla pandemia sono soprattutto: l’incertezza economica e quella lavorativa (più che l’effettiva indigenza), la presenza di minori sotto i 10 anni e l’impossibilità di affidarsi a reti di supporto esterne alla famiglia. Come spesso accade, le situazioni di sovrapposizione tra questi fattori e altri latenti causano i picchi più significativi. (“Stress and parenting during the global COVID-19 pandemic” di Samantha M. Brown e altri, e “The Role of Exposure in Domestic Abuse Victimization: Evidence from the COVID-19 Lockdown” di Ria Ivandic e altri). Si rende perciò ancora più necessario offrire alle donne e agli uomini, che si trovano nelle condizioni di rischio sopra citati, interventi che possano aiutarli a uscire dalle loro difficoltà relazionali e familiari.

 

Informazioni Spazio Teseo

Spazio Teseo è gestito da un’équipe di psicologi che credono nella possibilità di migliorare le relazioni disfunzionali attraverso esperienze riparative e la scoperta delle proprie risorse. Lavora direttamente con l’autore di violenza attraverso una presa in carico psicologica e proposte di gruppo, promuove inoltre attività di prevenzione nelle scuole.

I colloqui si tengono a Milano in via Valparaiso 10/6.

Per informazioni o appuntamenti: 02 29511150, spazioteseo@centrocta.it

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CTA propone il corso “COVID-19 E VIOLENZA Gli effetti della pandemia su emozioni, pensieri e comportamenti”. Il 29 e 30 gennaio 2022, il fenomeno sarà messo a fuoco da prospettive diverse e complementari, grazie ai contributi di

Gloriana Rangone, psicoterapeuta e co-direttrice Scuola Iris,

Mitia Rendiniello, psicoterapeuta presso la Clinica Mangiagalli Soccorso violenza sessuale e domestica,

Paolo Russo, avvocato, presidente Associazione Giuridica Contrajus

Giovanni Tagliavini, psichiatra, psicoterapeuta, presidente Aisted.

Locandina del corso COVID-19 E VIOLENZA